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Il 50% delle donne e 40% degli uomini in Ue guarisce da un tumore

Oncologia Redazione DottNet | 29/09/2020 13:53

Studio Iss-Aviano su 7 milioni di pazienti seguiti per 18 anni

La metà delle donne e quasi il 40% degli uomini in Europa guariscono dal tumore, grazie a cure sempre più mirate e a diagnosi sempre più precoci. E, in 10 anni, la probabilità di guarire è aumentata del 10% per la maggior parte delle neoplasie, da quella colon retto o dell'utero al melanoma. È quanto emerge da un maxi studio italiano pubblicato sulla rivista 'International Journal of Epidemiology', condotto su 32 tipi di neoplasie tramite i dati di 7 milioni di pazienti provenienti da 17 Paesi Europei, seguiti per almeno 18 anni, dal 1990 al 2007. In Europa, circa 25 milioni di persone anno avuto una diagnosi di tumore su una popolazione di 500 milioni di abitanti.

Gli indicatori dello studio, realizzato a cura dell'Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Riferimento Oncologico (Cro) di Aviano, sono stati calcolati per la prima volta in modo sistematico a livello europeo per tipo di neoplasia, sesso e gruppi di età. "In 10 anni - commenta Luigino Dal Maso, epidemiologo del Cro di Aviano e coordinatore dello studio - l'aumento della probabilità di guarire è stato di circa il 10% per la maggior parte dei tumori. Dopo 5 anni dalla diagnosi possono ritenersi guarite le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di 10 anni le persone con tumori dello stomaco, del colon retto, dell'endometrio e il melanoma. La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella necessiterà di oltre 10 anni perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore". Le probabilità di guarire sono superiori per i pazienti con tumori del testicolo (94%), della tiroide (87% per le donne e 70% per gli uomini) e melanomi cutanei (86% nelle donne e 76% negli uomini). Percentuali di guarigione superiori al 60% sono emerse anche per i pazienti con tumori dell'endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), oltre che per i pazienti con linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini). I pazienti con tumori dell'esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale, leucemie linfatiche croniche, mielomi hanno, invece, ancora probabilità di guarigione inferiori al 15%.

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I risultati dello studio ci raccontano, sottolinea il presidente Iss, Silvio Brusaferro (nella foto), "di progressi significativi in questa malattia e mostrano contemporaneamente come sia necessario non distogliere l'attenzione dalle patologie oncologiche neppure in questo momento di emergenza sanitaria. Anche in questi mesi è importante dare continuità a tutti i programmi di screening e ai percorsi di cura". Nonostante i grandi passi avanti fatti, ricorda Francesco de Lorenzo, presidente della Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), "non bisogna dimenticare che una percentuale non indifferente di persone guarisce con più o meno piccole disabilità e circa il 15% va incontro all'insorgenza di seconde neoplasie. È pertanto necessario - conclude - che a tutte queste persone siano assicurati percorsi di prevenzione terziaria e, soprattutto, di riabilitazione fisica, ma anche psicologica, sessuale, nutrizionale, insieme a tutele previdenziali e lavorative".

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